arte e natura

Nel rapporto con l'ambiente si è creato nella nostra società una specie di pendolo: si alterna un idea romantica della natura da salvaguardare in opposizione alle attività umane, ed una fede cieca nella centralità dell'uomo scollegato dal suo ambiente naturale. Ma c'è una via di mezzo tra queste due visioni del nostro rapporto con la natura?

 

 

Quando ebbi l'occasione di vivere in Australia mi ritrovai con un caro amico a passare qualche settimana scalando sulle incantevoli pareti del monte Arapiles. Questo luogo isolato nell'entroterra Australiano è ancora portatore dell'attualmente rara filosofia dell'arrampicata pulita, quello che si mette in parete per garantire la sicurezza va poi tolto, utilizzando una tecnologia insieme semplice e sofisticata: l'incastro di dadi o blocchetti di metallo nelle fessure naturali della roccia. Ovviamente ci vuole un' incredibile maestria, sensibilità e pazienza nell'incastrare i dadi in modo da tenere un' eventuale caduta e in modo da essere poi facilmente tolti. Ma ancora prima bisogna essere preparati ad accettare di non riuscire a salire dove la roccia non te lo permette. Un giorno scendendo dal monte quasi ballando al ritmo dei cinque dadi che il mio compagno di cordata aveva portato, si è affacciato alla mia mente il proverbio degli aborigeni Australiani "toccare la terra con passo leggero". Questo si adattava perfettamente al modo con il quale avevamo scalato in quei giorni, sia per la tecnica utilizzata che ci ha permesso di non lasciare tracce del nostro passaggio, sia per l'atteggiamento non competitivo con il quale abbiamo intrapreso le scalate. Per la cultura Aborigena, forse la più antica tuttora vivente sul pianeta, le rocce, gli alberi, i fiumi e tutto ciò che appartiene alla natura, come le stelle e gli animali sono tra loro collegate e per questo è l'essenziale che gli interventi dell'uomo non modifichino questi equilibri. Questi pensieri furono praticati senza cadere in un'idea filosofica o romantica della natura, gli aborigeni hanno elaborato e modificato il territorio in base alle loro esigenze utilizzando il fuoco e i cicli di vita naturali delle piante locali. Quando sono arrivati i colonizzatori inglesi, non si poteva certo parlare di natura incontaminata, ma di una grande azienda agricola a livello territoriale. Le modifiche sono state portate avanti con una sensibilità ed efficienza senza pari. Conoscevano le preferenze specifiche di ogni animale, ad esempio i canguri preferivano l' erba bassa, le api preferivano un albero tipico nativo ecc. e svilupparono dei modelli di elaborazione del territorio che garantivano la sostenibilità ed equilibrio di tutti questi elementi.
"Camminare sulla terra con passo leggero" è anche il titolo di un libro dell'architetto australiano Glenn Mercutt. Il proverbio gioca un ruolo centrale nelle sue opere, che mi affascinarono per la sensibilità verso la natura. Al contrario di molta architettura contemporanea che ha letteralmente l'aspetto verde ed esibisce in evidenza tecnologie come pannelli fotovoltaici per manifestare la propria "sostenibilità", Glenn Mercutt lavora con la natura in un modo semplice, diretto e pratico, nelle sue opere presta molta attenzione al movimento del sole, dell'acqua e delle stagioni, e progetta i suoi edifici in armonia con questi elementi e con la più semplice delle tecniche: riducendo al minimo gli spechi per la costruzione ed i consumi energetici.
Così, mentre scendevamo dalla montagna, avevo scoperto che il mio pensiero e rapporto con la natura poteva tranquillamente prendere forma nelle due attività che hanno formato la mia persona, l'alpinismo e l'architettura. Con rapporto con la natura intendo un rapporto attivo e partecipato, dove l'arte e la creatività sono presenti, ma con un passo leggero e disinvolto.
 

Ivo Buda

 


image from: Billy Stockman Tjapaltjarri - Two Men at Ilpitirri (Australia 1983), Arts Centre Melburne, Australia http://www.artscentremelbourne.com.au/

 

Links:

Bill Gammage: The Biggest Estate on Earth: How Aborigines Made Australia

Philip Drew: Touch This Earth Lightly: Glenn Murcutt in His Own Words