Tra Arte e Natura - Puvis de Chavannes Pierre

Qualche anno fa mi è stato chiesto di scrivere un' introduzione ad un libro dedicato alla nascita ed all'essenza di quel gioco che è il progetto architettonico: L’architettura è un gioco magico e visionario, che richiede una vocazione, quasi religiosa, proprio come quella di un prete. In architettura la progettazione è un divertimento quasi maniacale, dove le regole si apprendono vivendo tutti i giorni, osservando la vita sulle strade, la gente, la natura, i dettagli, le costruzioni. L’architetto si affaccia al mondo che lo circonda apprendendo e comprendendo da quello che è stato costruito dagli uomini e dalla natura.

 

Per questo ci vuole un grande amore verso quello che ci circonda per coglierne la bellezza e trasmetterla attraverso il progetto architettonico.

L’architetto opera a stretto contatto con la terra e la natura, ne modifica la superficie, s’integra sopra o sotto la sua superficie. Di fatto quando l’architetto inizia, un progetto inizia un’avventura, un viaggio attraverso i luoghi e la storia della terra. Fare architettura è attraversare questi luoghi con sensibilità poetica e trasmettere l’emozione della luce, dei materiali, dello spazio. Il gioco dell’architettura fa da ponte tra l’uomo e la natura.

Il momento cruciale per un’opera architettonica è l’idea. La preparazione all’idea avviene attraverso una ricerca paziente che coinvolge introspezione, estetica, tecnologia, storia. L’idea è come il frutto di un albero, viene colto in un istante ma ha bisogno di un albero per crescere, e la qualità del frutto è direttamente proporzionale alle proprietà dell’albero.

Nonostante le numerose sollecitazioni esterne, il percorso seguito nella progettazione è soprattutto interiore e le scelte personali. In questo processo prendono parte sia intuizioni a volte del tutto scollegate dalla logica convenzionale, sia precise analisi di dati e fatti. L’intuizione, tra i poteri della mente umana è forse il più affascinante, misterioso e meno compreso. E’ il lampo d’intuizione, può arrivare in un momento qualunque della giornata e persino nel sogno, ci fa apparire di colpo il significato di un concetto complesso, il senso profondo di una situazione o semplicemente la soluzione ad un problema. E’ come una luce misteriosa che spezza le tenebre, una rivelazione che sembra provenire da una parte misteriosa di noi, di cui non abbiamo il controllo. Perfino la scienza, giudicata la più razionale delle manifestazioni della nostra mente, è per almeno il cinquanta per cento basata su intuizioni e ispirazioni, mentre la dimostrazione logica viene in seguito. Il celebre chimico Kekulé von Stradonitz (1829-1896) raccontò di avere trovato la struttura del benzolo in sogno attraverso simboli figurativi, su cui poi però da sveglio ha dovuto lavorare parecchio per controllarne la validità. Lo sapeva bene Picasso, che usava dire: “Io prima trovo e poi cerco”.

Ciò che rende possibile l’intuizione e lo sviluppo di nuove idee è il dubbio di quello che è ovvio, uscire dal già noto per abbracciare l’ignoto, l’incertezza e il dubbio. Trovare soluzioni innovative, è possibile se si entra in una situazione con gli occhi di un bambino, lasciando cadere ogni riferimento al precostituito, al già sperimentato e stabilire relazioni originali o ardite.
 

Ivo Buda

( Introduzione al libro CONCEPTUAL ARCHITECTURE, Hi-design International Publishing (HK) Co., Ltd.)


L'immagine in copertina: Inter artes et naturam (Tra arte e natura) - Pierre Puvis de Chavannes (1824–1898) - Musée des Beaux-Arts, Rouen, Francia http://www.rouen-musees.com/